SPAZIO GNU

AUGUSTA TAURINORUM E ALTRI FALSI MITI


Gli gnu sono mammiferi ungulati che migliaia di anni fa sono risaliti dal continente africano 
attraverso lo stretto di Gibilterra e quello dei Dardanelli fino alla Norvegia, diventando parte della simbologia e mitologia di varie culture europee. 
Su questi animali esistono una marea di storie e racconti che si trasmettono di generazione in generazione, da un quartiere all’altro. Anche qui a Torino, come tutti ben sappiamo, gli gnu sono numerosissimi e quindi sono altrettante le voci su di loro. C’è chi li ha visti pascolare in corso Giulio sui binari del tram, chi dice che la Colletta è il parco dove preferiscono brucare l’erba. Un amico di un amico ha raccontato che ultimamente ai Murazzi non si può più stare al tramonto perché tutte le mandrie si abbeverano sulle sponde del Po al calar del sole. Tra l’altro, secondo recenti studi archeologici, sembrerebbe addirittura che in realtà i romani abbiano scambiato per tori gli gnu che pascolavano dove è sorta Torino e che quindi il nome della città sia nato da un equivoco.

Ebbene, anche a noi, com’è altrettanto ovvio, è capitato di trovare uno gnu che scorrazzava per via Pinelli alla ricerca dei suoi simili. L'esemplare era molto giovane e spaventato dal traffico di corso Inghilterra, perciò è entrato nel portone del civico 1 e si è rifugiato nel seminterrato. Nello stanzone semivuoto e nel cortile di fronte rimbombavano i suoi muggiti, tanto da essere udibili fino dalla fermata della metro di Principi d’Acaja. I suoi lamenti hanno riempito l’aria per un giorno e una notte, fino a quando altri due ungulati, seguendo il suo canto, sono arrivati al portone e, trovandolo aperto, sono scesi fino nel seminterrato. Poi lo hanno affiancato e, insieme, sono usciti di nuovo in strada. Era mattina presto e la via era completamente deserta. Il rumore dei loro zoccoli rimbombava forte e se qualcuno si è affacciato alla finestra, ne ha sentito il rumore anche dopo che i tre gnu erano diventati dei puntini all’orizzonte. Del nostro bovino e dei suoi due compagni non si è più avuto notizia, ma nel cortile, ogni tanto, se si sta in silenzio e si ascolta con attenzione, nei giorni di vento si può sentire l’eco del pianto dello gnu. Ma non è questa l’origine del nostro nome.

CANTIERI E IMMAGINARI


Il seminterrato dello storico edificio di via Pinelli 1 sta attraversando una fase di metamorfosi da un paio di mesi. Noi osserviamo da vicino i lavori, avendo spostato temporaneamente le nostre scrivanie in un ufficio di fronte, dall’altra parte del cortile. Il vecchio intonaco sbeccato è stato divelto, lasciando scoperte le pareti e i soffitti in mattone. Il pavimento fatto di lastroni di pietra è stato sepolto, l’intercapedine tra i lucernari e il sotto strada rialzata con le macerie. I detriti sono stati accumulati al centro e poi portati via.
Spoglio, il locale aveva perso tutte le somiglianze con il fabbricato. Adesso, sta acquisendo una nuova forma. Si può già intuire dove saranno le porte e i muri, nonostante per adesso siano visibili solo le tracce dei circuiti elettrici e non ci sia neanche il pavimento. Ci piace fantasticare su come sarà questo spazio, una volta ultimato.
D’altra parte fabbricare immagini non significa soltanto catturarle nella realtà circostante, ma anche vederle dove non ci sono. Per trovare un’immagine è necessario immaginarla. E anche il lavoro in cantiere è soprattutto un’operazione di immaginazione.

DAL CIOCCOLATO AGLI ALOGENURI D'ARGENTO


“Illustrissimo Signor Sindaco della città di Torino, la sottoscritta Ditta Michele Talmone volendo addivenire alla costruzione di un’ala di fabbricato per uso industriale a complemento delle costruzioni già esistenti in terreno proprio stimato in quattro lotti nella via Pinelli, pregiati presentare alla S.V. Ill.ma il regolare progetto per le opere da eseguirsi che unisce alla seguente in n. 4 allegati e 4 copie conformi comprendenti la planimetria, l’elevazione, una sezione trasversale e la planimetria generale”

Datata 15 aprile 1895, questa lettera di cui abbiamo trascritto un frammento si riferisce alla richiesta di autorizzazione per l’ampliamento del fabbricato di Michele Talmone, proprietario dell’omonima ditta di cioccolato e cacao torinese. L’opera in questione riguardava l'apertura dei lucernari sul marciapiede della nuova via Pinelli per illuminare il piano terra della fabbrica di cioccolato, affossato dal rialzamento della strada, e l’elevazione dell’edificio di altri quattro piani dal livello della strada.
A seguito di una seduta della giunta municipale, il comune diede l’autorizzazione per la realizzazione del progetto. Fu così che prese forma l’edificio di via Pinelli 1 per com’è adesso. Negli anni ‘30 poi la ditta Talmone si spostò in corso Francia. Col tempo il seminterrato è passato di mano in mano, assolvendo varie funzioni.
Adesso le volte del locale, che ne hanno viste tante, osservano un nuovo capitolo iniziare sotto i loro occhi. Dopo qualche anno di quiete questo spazio ha trovato un nuovo utilizzo: niente più produzione di cioccolato, ma di immagini.
Un gruppo di fotografi dell' Associazione Fotografia, ha deciso di prendere in mano il locale per creare uno spazio di collaborazione e incontro, dove la fotografia analogica e quella digitale possano contaminarsi dando nuovi frutti.
In questi mesi sono iniziati i lavori di ristrutturazione su cui vi terremo aggiornati.

la prima volta che abbiamo visto il locale