venerdì 31 maggio 2024

AUGUSTA TAURINORUM E ALTRI FALSI MITI

AUGUSTA TAURINORUM E ALTRI FALSI MITI


Gli gnu sono mammiferi ungulati che migliaia di anni fa sono risaliti dal continente africano 
attraverso lo stretto di Gibilterra e quello dei Dardanelli fino alla Norvegia, diventando parte della simbologia e mitologia di varie culture europee. 
Su questi animali esistono una marea di storie e racconti che si trasmettono di generazione in generazione, da un quartiere all’altro. Anche qui a Torino, come tutti ben sappiamo, gli gnu sono numerosissimi e quindi sono altrettante le voci su di loro. C’è chi li ha visti pascolare in corso Giulio sui binari del tram, chi dice che la Colletta è il parco dove preferiscono brucare l’erba. Un amico di un amico ha raccontato che ultimamente ai Murazzi non si può più stare al tramonto perché tutte le mandrie si abbeverano sulle sponde del Po al calar del sole. Tra l’altro, secondo recenti studi archeologici, sembrerebbe addirittura che in realtà i romani abbiano scambiato per tori gli gnu che pascolavano dove è sorta Torino e che quindi il nome della città sia nato da un equivoco.

Ebbene, anche a noi, com’è altrettanto ovvio, è capitato di trovare uno gnu che scorrazzava per via Pinelli alla ricerca dei suoi simili. L'esemplare era molto giovane e spaventato dal traffico di corso Inghilterra, perciò è entrato nel portone del civico 1 e si è rifugiato nel seminterrato. Nello stanzone semivuoto e nel cortile di fronte rimbombavano i suoi muggiti, tanto da essere udibili fino dalla fermata della metro di Principi d’Acaja. I suoi lamenti hanno riempito l’aria per un giorno e una notte, fino a quando altri due ungulati, seguendo il suo canto, sono arrivati al portone e, trovandolo aperto, sono scesi fino nel seminterrato. Poi lo hanno affiancato e, insieme, sono usciti di nuovo in strada. Era mattina presto e la via era completamente deserta. Il rumore dei loro zoccoli rimbombava forte e se qualcuno si è affacciato alla finestra, ne ha sentito il rumore anche dopo che i tre gnu erano diventati dei puntini all’orizzonte. Del nostro bovino e dei suoi due compagni non si è più avuto notizia, ma nel cortile, ogni tanto, se si sta in silenzio e si ascolta con attenzione, nei giorni di vento si può sentire l’eco del pianto dello gnu. Ma non è questa l’origine del nostro nome.